genogramma-jpg.jpg

 

Le costellazioni familiari generalmente si  svolgono con un gruppo di almeno una decina di persone. La persona che vuole fare la sua costellazione racconta brevemente la ragione che la spinge a questa scelta e gli obbiettivi che vorrebbe vedere realizzare e poi sceglie delle persone nel gruppo per rappresentare i vari personaggi della famiglia.

 

La persona accompagna queste persone una a una e le collocan nello spazio senza troppo pensare ma “sentendo” qual’è il loro posto giusto nello spazio fisico e immaginario della famiglia che si viene a creare durante la seduta. Le persone non sanno perché mettono , per esempio, un padre lontano da suo figlio o un antenato che “guarda” fuori dallo spazio sistemico familiare, ma questo primo posizionamento ci dice già tutto dei rapporti all’interno del sistema famiglia.


La persona “sa”, o meglio il suo inconscio “sa”, quali sono i problemi e i nodi transgenerazionali e quali possono essere le eventuali soluzioni. Con l’aiuto di un esperto può già a questo punto formulare delle ipotesi che possono aiutare a dipanar la complessa matassa dei conflitti familiari.

 

Il rappresentante di un familiare della persona che fa la costellazione messo in un certo "posto" in rapporto a altri rappresentanti che si trovano dislocati rispetto a lui in un certo modo, vivono sentimenti diversi che sono direttamente in rapporto alla loro dislocazione e al rapporto di vicinanza o lontananza che hanno con gli altri individui del sistema che si viene a creare.

 

Dunque tristezza per l’isolamento, angoscia per la solitudine o il troppo avvicinamento a altri individui possono essere messi direttamente in relazione con la loro dislocazione spaziale. Nelle costellazioni di gruppo chi conduce fa parlare i rappresentanti  di quello che sentono nelle posizioni in cui sono stati messi e  propone delle ipotesi di soluzione dei conflitti, riposizionando le persone e facendogli dire delle frasi utili a comunicare all’inconscio le soluzioni necessarie.


Gli stessi principi possono essere applicati in seduta individuale : alcune persone hanno sentito parlare del lavoro con le costellazioni familiari e sarebbero tentate da questo approccio ma sono infastidite dall’idea di dovere parlare della propria famiglia davanti a degli estranei. Il detto popolare “i panni sporchi si lavano in casa”  illustra bene questa attitudine: per alcune persone parlare davanti a degli estranei dei problemi dei membri della propria famiglia è un “tradimento”. Altra cosa è parlarne con un esperto, una persona neutra che, come il medico, ha il dovere del silenzio e della discrezione.


Anche nella seduta individuale saranno “posizionati” i vari membri della famiglia creando così un disegno del ruolo sistemico di ciascuno di loro. Inoltre sarà possibile che la persona si “metta al posto” di uno di questi membri e “senta” come si potevano sentire nel ruolo che la famiglia gli aveva attribuito. Sappiamo che gli individui sono legati tra di loro da una rete invisibile che determina fortemente i loro comportamenti, i loro limiti e le loro possibilità.

Prendere coscienza “emozionalmente” del vissuto, delle difficoltà, e dei traumi che ha subito un nostro antenato ci aiuta a comprendere il suo comportamento e ciò che ci ha trasmesso.

 

A Torino propongo un lavoro di psicogenealogia (albero psicogenealogico) all’inizio, in modo che la persona possa approfondire le sue problematiche attuali e verifichi il loro rapporto con quelle degli antenati secondo il metodo di Anne Ancelin Schützenberger (Sindrome degli antenati, Di Renzo editore), in seguito  si sviluppa un lavoro di costellazione su una parte dell’albero. Spesso si tratta di “riparare” disfunzioni e problemi che ciascuno porta dentro di sé ma che vengono dalle storie e dalle difficoltà che i nostri antenati non hanno potuto risolvere.

 

Maura Saita

via Gropello

10138 Torino

3409345394

 

Torna alla home